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Esportare immagini, questo sconosciuto!

Esportare immagini per le diverse piattaforme e densità degli schermi, è una pratica articolata ed ancora poco chiara ai designer.

Anche in questo caso una cattiva gestione delle immagini influisce sulla user experience. In che modo? Semplice, vedere un pulsante su uno schermo grande, in modo totalmente sgranato è poco ergonomico. Sembra qualcosa di poco professionale.

Nel mondo di chi sviluppa app Android ed iOs esistono vari formati che sono LDPI, MDPI, HDPI, XDPI, XXDPI, XXXDPI, @1x, @2x, @3x, Retina… Una sorta di minestrone di lettere e numeri.

Giustamente lo sviluppatore iOs ci chiederà: “Voglio le immagini @1x, @2x e @3x (che si legge 1 per ecc…) e le voglio in PNG”. Da designer (si sono anche un designer) potrei rispondere: “Beh ti passo un SVG vettoriale e hai tutte le dimensioni che vuoi”. Ma questa non sarebbe una soluzione ottimale perchè sia Android che iOs impongono certe restrizioni di formato file. Per essere quindi amati dagli sviluppatori bisogna passargli le immagini delle interfacce nel modo più corretto e scalabile (scalabile significa che abbiamo immagini in ottima risoluzione ottimizzate per tutte le dimensioni di schermo dei dispositivi).

Per avere immagini scalabili, bisogna disegnare obbligatoriamente in vettoriale con file SVG (cosa che molti grafici, derivati dalla grafica editoriale o dalla carta stampata, non riescono ancora a comprendere). Questo tipo di progettazione grafica significa disegnare elementi con curve matematiche. Cosa comporta però questo tipo di scelta? Semplice, molte bes**+** da parte degli sviluppatori, ogni qual volta debbano usare un’immagine vettoriale, perchè devono scrivere righe di codice per gestire immagini vettoriali. Questo processo non rende le immagini performanti, anche perchè un’immagine vettoriale è difficile da gestire da parte di dispositivi con Hardware non potenti.

Quindi la Perfomance è quel che importa!

Schema delle risoluzioni degli schermi e display

Perchè abbiamo ancora bisogno di immagini bitmap?

In primis, perchè come detto, i dispositivi (e quindi i software di sviluppo app) non gestiscono i file vettoriali nativamente. Sono file che eseguono equazioni matematiche per essere rappresentati su uno schermo. Difatti sono matematica allo stato puro che viene visualizzata su un display e anche se Android ha una suite di librerie native per gestire questi file, non è così semplice lavorarli.

Schematizzazione delle differenze delle risoluzioni degli schermi
Densità dei dispositivi

Le risoluzioni degli schermi

In base alla tecnologia di schermo montata su un dispositivo, le immagini vengono rappresentate in un certo modo. E’ ovvio che su un display retina di apple (che ha il doppio dei pixel luminosi per pollice quadrato, di altri schermi) non possiamo passare un’immagine se pure in alta definizione progettata per un display meno evoluto. Pertanto vanno esportate dai software di disegno (qualsiasi esso sia: Photoshop, Illustrator, Gimp ecc…) nel modo più opportuno in base alla risoluzione dello schermo.

La regoletta

Come diceva la mia professoressa di matematica: <<Ecco la regoletta!>>. Per converitre le misure tra Pixel e Punti si può usare questo calcolo:

iOS pixels= (Points* DPI)/163
Android pixels= ( DP * DPI)/160

In questo modo il designer può calcolare le dimensioni di un elemento (pulsante, immagine ecc…) per i vari display android o apple che hanno delle densità di pixel (numero di pixel per pollice quadrato) differenti a seconda del display montato sullo smartphone o il tablet.

 

Il concetto finale è progettare un design che sia flessibile in base ai dispositivi, e che sia performante a differenza di densità e misura del display. Pertanto è prassi lavorare in versione bitmap con un impianto grafico studiato per la risoluzione più alta, ed avvalersi poi di script (ne trovate di gratuiti in giro) per esportare le immagini nelle varie risoluzioni in modo tale da automatizzare il flusso di lavoro.

Script che esportano in automatico varie dimensioni di file

Ho reperito questo script che è facilmente installabile con questa procedura (esiste anche questo script alternativo):

Scarica lo script qui

sposta il file  .jsx nella tua cartella script di Photoshop:

Mac: /Applications/Adobe Photoshop…/Presets/Scripts/

PC 64bit: *C:Program FilesAdobeAdobe Photoshop… (64 Bit)PresetsScripts*

PC 32bit: *C:Program FilesAdobeAdobe Photoshop…PresetsScripts*

Una volta installato, selezionate l’elemento da esportare nelle varie risoluzioni e lanciate lo script da File>Scripts>Browse>Nome dello script.

A questo punto vi ritroverete in una cartella le immagini suddivise in sottocartelle per ogni risoluzione così come rappresentato in figura 1

Potete usare queste immagini anche per iOs, qui i riferimenti delle misure

MDPI = (@1x)

XHDPI = (@2x)

XXHDPI = (@3x)

Il Barbatrucco

Un “barbatrucco” per vedere se abbiamo disegnato con le giuste proporzioni una UI è quello di utilizzare il sito material.

  1. Scegliete un’icona qualsiasi
  2. Selezionate in basso la risoluzione che volete
  3. Scaricate i PNG

Vi verrà inviato un file zip contenente le icone per i vari dispositivi e risoluzioni, comparateli con quelle che avete realizzato voi ed il gioco è fatto!

Spero che l’articolo vi sia stato utile e per feedback scrivetemi qui.

 

Walter Fantauzzi

 

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Happy 2017 video message

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5 predizioni sulle UX del 2017

Agli inizi del 2016 un articolo pubblicato su  Most Important Design Jobs Of The Future annunciava che nel prossimo futuro sarà la AR ( Augment Reality – Realtà Aumentata) a cambiare la vita delle persone tramite una mappa di operazioni astratte in un mondo psichico. Tra le varie aziende della Silicon Vallery ci sono compagnie che si occupano di AR e che potrebbero influenzare il mondo della realtà aumentata nei prossimi anni.

Tra l’altro stanno nascendo molte aziende che si occupano di AI (Artificial Intelligence – Intelligenza Artificiale) con nuovi tipi di interazione al di fuori da quelli dei tradizionali schermi. Questi permetteranno una interazione uomo-macchina sempre più naturale che mai, magari tramite una semplice chat con un linguaggio umano e naturale. Saranno forse possibili discorsi non solo via testo o chat ma anche con voce a parole o con gesti, con entità digitali che potranno comprendere cosa diciamo e/o cosa vogliamo. E qui che dovremmo capire, in primis Io stesso, come bisognerà modulare in modo naturale le nuove User Experience.

Sarà il tempo la chiave fondamentale di questa evoluzione, che ad oggi non riusciamo a stimare per questo tipo di andamento evolutivo. Dovremmo pertanto costantemente monitorare lo sviluppo delle AI, per essere pronti al cambiamento e spero nel prevenire ciò che avverrà.

Lo stesso UX Magazine aveva predetto che sarebbe stato difficile prevedere la differenza tra UX e Service Design datosi che la UX non è prettamente solo la progettazione di interfacce di App, ma anche lo studio a supporto di piattaforme diverse tra loro. Personalmente sfrutterò il grande potere dei BIG DATA che mi permetterà di valutare o addirittura prevedere cosa potrebbe accadere in questo mondo mistico.

Sarà quindi una grande sfida per il mondo UX!

 

Walter Fantauzzi

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Scrivere o Svanire!

Scrivere, scrivere e scrivere è il mio impegno da qualche mese a questa parte. Ho notato che molti siti di web application o di ambienti UX /UI hanno delle sezioni blog dove scrivono migliaia di articoli. Io lo sto facendo per fissare le conoscenze che acquisisco giorno per giorno, e spero siano utili a chi in Italia sta cercando di “divenire” ( termine preso da Herbert Ballerina ) un vero User Experience Designer e non un “usciere” (con tutto rispetto per la classe lavorativa degli uscieri).

Sembra che tutti gli articoli ti dicano che devi diventare un designer esperto anche di codice, perchè presto le intelligenze artificiali faranno parte del nostro mondo… per cui impara questo, impara quello e impara subito o sarai tagliato fuori dal mondo del lavoro… E quindi cosa fai? Impari perchè pensi che incasserai più soldi e che sarai più sicuro sul lavoro.

 

Ma in realtà la cosa da fare veramente è fissare le idee, e l’unico modo è “scrivere”<!>

Non ci credete? Andate a vedervi i top 5 designer cosa fanno… Io ho scovato Eyal Zuri che pubblica circa 16 articoli al mese (quasi quanto me 😀 ) per far crescere Muzli che è un portale di design inspiration. In sintesi lui non usa le parole, crea vignette dinamiche divertenti e leggere… che creano un buzz incredibile nella rete dandogli una visibilità immensa!

Poi c’è Paul Jarvis che nei suoi 20 anni ha passato la maggior parte del tempo a scrivere articoli e insegnare con l’incremento di un fatturato di $400,000 in 18 mesi. Ha passato molti anni a trovare giustificazioni per non scrivere blog, ma alla fine ha iniziato a confezionare articoli per acquisire nuovi clienti.

La scrittura offre grandi possibilità secondo Nick Babich che crea dei mini post ricchi di contenuti non più lunghi di tot parole e studiati per non far spendere più di 7 minuti al lettore affinchè non perda l’interesse nell’articolo stesso. Anche lui come Jarvis hanno partecipato alle Push Conference ricevendo un grandissimo riscontro lavorativo e di immagine.

Scrivere su ciò che ci appassiona è il vadevecum per Matt West autore di HTML5 foundation che oltre a scrivere 3/4 articoli al mese per questo sito, ne scrive tantissimi altri su qualsiasi cosa, dopo un periodo di allontanamento dal mondo della scrittura.

Infine ho trovato Andrew Graunke designer e direttore di Toptal che collega i top designers del mondo con le aziende. La sua passione nella scrittura è quella di realizzare articoli che mettano in contatto tra loro le persone.

 

Adesso è il tuo turno, scrivi un articoloe magari postalo sulla mia pagina facebook

 

Walter Fantauzzi

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I designer sono speciali?

Sento spesso affermare, nel mondo dell’industria del design, che i “Designer, non sono speciali o preziosi”.  Questa cosa sinceramente all’inizio mi faceva arrabbiare, sentivo come se la mia professionalità non fosse valutata al meglio, poi nel tempo vedendo le applicazioni che uscivano da grandi aziende… ho iniziato a sorridere.

Proprio così, vedo applicazioni realizzate da fantomatiche aziende informatiche che sono totalmente inutilizzabili ed hanno dei bug assurdi tanto da farmi sorridere e dire: “così imparano a non investire nel design”. Questo non vuol dire che è stata sviluppata male, perchè il povero developer segue solo quello che gli si dice. Spetta quindi alla fase di progettazione definire l’ergonomia e le funzionalità dell’app.

Nel tempo, tra un’arrabbiatura ed un’altra, ho capito che forse siamo noi ad essere percepiti male da persone che ci conoscono solo per sentito dire, che non sanno quindi cosa facciamo veramente, e quale sia il valore aggiunto che possiamo dare ai loro prodotti.

 

I designer realizzano soluzioni eleganti a problemi che nessun altro potrebbe risolvere

Essere parte del mondo di professionisti nel design, significa che tu hai la capacità di realizzare “cose” che esistono solo nella tua mente e traslare questa tua visione nel mondo reale in qualcosa di tangibile.

Significa, inoltre, che sai osservare il mondo intorno a te, capirne le problematiche ed avere la capacità di risolvere problemi che resterebbero altrimenti irrisolte.

 

Image from Inside Design: Weebly

 

Sei in grado, quindi, di ascoltare problemi e trovare delle soluzioni senza fermarsi alla prima teoria incontrata. I designer, vengono pagati per indagare e valutare ciò di cui un cliente ha davvero bisogno.

Avete mai visto qualcuno che non faccia il designer progettare un’interfaccia UI ?

Penso che di sicuro abbiate avuto a che fare con molti clienti che hanno provato a fare una UI da soli, con un bel bozzetto presentatovi sotto il naso. Siete in grado, quindi, di sviluppare questo bozzetto per loro? Certo che SI!

I designer però non buttano fuori esattamente quello che gli viene chiesto. Infatti devono identificare la migliore soluzione alla bozza richiesta dal cliente, trovando strade che altri non potrebbero percorrere, risolvendo i problemi con soluzioni eleganti e funzionali.

Quindi si, Designer siete speciali!

Per cui attenti a chi vi dice che i designer non sono importanti, spesso lo fanno per abbassare le offerte economiche fatte o per sminuire il lavoro altrui.

Non fatevei fregare!

Walter Fantauzzi

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Capire cosa stimola i tuoi utenti

Per far innamorare gli users dei nostri prodotti, abbiamo bisogno dei loro feedback. Potremmo utilizzare un questionario per sapere dagli users cosa li motiva ad utilizzare la nostra app, ma questo sarebbe un approccio poco flessibile e non creerebbe una Human Emotion!

 

L’unica soluzione è: La ricerca generativa

 

Come è ben noto, gli esercizi pratici sbloccano la creatività dell’individuo perchè c’è sempre un gradino di separazione tra quello che una persona dice, e quello che fa. La ricerca generativa oltrepassa i filtri  cognitivi e mette in evidenza i livelli più profondi dell’esperienza umana.

Elizabeth B.-N. Sanders dice (in questo PDF) “Quando tutti e 3 le prospettive (quello che le persone fanno, quello che dicono e quello che creano) sono esplorate simultaneamente, l’empatia umana si stabilisce più radicalmente con le persone che usano i prodotti e i sistemi informativi”.

Il seguente schema, mostra il processo cognitivo di uno user.

 

Immagine by Invision

 

Benefici degli esercizi pratici per le interviste

  1. Diventare un ottimo ascoltatore per una visione condivisa
  2. Effettua una conversazione in modo naturale che produca rapporti forti
  3. Ottenere informazioni importanti per le motivazioni e le aspettative degli users
  4. Scoprire nuovi modi per ottenere storie piene di emozioni e di dettaglio
  5. Imparare dalle proprie intuizioni  e quelle dei partecipanti
  6. Creare una forte empatia per generare soluzioni

 Tipologie di esercizio

La cosa bella del sistema a ricerca generativa è che una sorta di framework. Un luogo in cui esistono modi di pensare per una ricerca circondata una svariata serie di esercitazioni che ripoterò qui di seguito.

 

Elenchi

Questo tipo di esercizio richiede ai partecipanti di riordinare le idee per avere un concetto finito di ciò che vogliono. Si otterranno delle idee al primo strato di livello mentale, quelle che di solito diciamo “io la butto lì”. Gli elenchi, o liste, richiedono il minimo sforzo ma creano un grande ordinamento di idee.

Risposte da completare

In questo esercizio, darete ai partecipanti una serie di risposte incomplete che loro devono finire. E’ un ottimo trucco per fargli esternare le loro idee interiori con i concetti che loro vogliono esplorare. Sono facili da completare ed un ottimo metodo di conversazione.

Ordinamento

Il riordino delle carte da ai partecipanti la possibilità di riordinare le idee. Usando delle carte con su scritto contenuti e funzionalità, chiediamo ai partecipanti di raggruppare le carte in gruppi e dargli una priorità dando loro un senso motivato.

Creare

Si tratta di una vasta gamma di esercizi, ma tutte incentrate attorno all’idea di dare ai partecipanti il modo di raccondare una loro storia. E’ un modo per farci spiegare idee complesse ed articolate.

Alcune attività da considerare in questa fase:

  1. Disegnare
  2. Collage
  3. Scolpire e modellare
  4. Costruire

 

Per creare soluzioni significative dobbiamo capire la gamma emotiva del nostro pubblico.

 

Progettare intorno alle persone

I clienti non sono utenti passivi, e per poter creare magnifiche soluzioni dobbiamo capire il range di emozioni intorno all’audience che loro creano.

 

Come disse Steve Jobs: “Non è compito dei consumatori di capire cosa vogliono.”

 

Walter Fantauzzi

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Scalare il successo

Progettare UX funzionali non basta! I prodotti software ed le applicazioni web che danno valore tramite il loro uso all’utente finale sono quelle che scalano prima i gradini della scala al successo, solo se sono gradevoli e di facile utilizzo.

Ho visto un webinar di Ward Andrews per il DesignTalk dove ha spiegato i modi per migliorare la UX dei software e dei siti web.

 

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Video by Invision blog

Tutte le aziende stanno iniziando a capire che devono offrire una grande esperienza d’uso ai loro clienti. Tuttavia, solo recentemente, molte aziende hanno acquisito una mentalità  più smart basata anche su ottime UXd. Ora le aziende, in competizione tra loro, devono essere ancora più efficenti. Ward ha creato quindi uno schema per la scalata al successo condivisibile con le aziende per definire ottime UX. Nello schema di Ward vengono mostrati i livelli di qualità e i livelli a cui bisogna ambire.

 

Img by Invision
Img by Invision

 

I gradini

Il primo gradino lo si sale quando l’applicazione è funzionale, ovvero che il prodotto è valido e viene utilizzato continuamente. Il secondo gradino indicato da Ward è l’usabilità. Infatti lui dice che un applicazione usabile è 100% volte meglio di una funzionale, per cui se non stressi lo user con un app frustrante, puoi salire il prossimo gradino. Il terzo gradino è il comfort,  l’app quindi deve essere confortevole ovvero intuitiva. Deliziosa è il quarto gradino, l’app deve essere accativante con sorprese che rendono felice l’utilizzatore.  Deve essere significativa, questo è il santo gral di tutti i punti cardine della scalata. L’app deve avere un senso o deve dare un senso alla vita dello user, deve darci poteri da poter sfruttare.

 

Vi consiglio di guardare il video sopra indicato cliccando sull’immagine.

Buona UX!

Walter Fantauzzi

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Capire i tuoi clienti: 7 domande da porgli

Congratulazioni, dopo tanto faticare avete preso un nuovo lavoro di UX!

Ma la parte difficile, deve ancora arrivare!

Finchè sarete dei freelancer o lavorate per un’agenzia, non è detto che avrete tutte le informazioni di cui avete bisogno, sul vostro cliente e su ciò che vuole farsi realizzare. Ci sentiamo quindi un pò allo sbando e sopratutto alla cieca mentre camminiamo, su una bella autostrada!

Immagine: Capital One
Immagine: Capital One

Dovete quindi battervi, una seconda volta, per avere un primo contatto con il cliente finalizzato a reperire totalmente le informazioni necessarie per iniziare a lavorare. Dovete pretenderlo, dovete imporvi… e dimenticare il modus operandi all’Italiana che recita: “TU INTANTO FAMMI UNA PROPOSTA”! Dovete rispondere: “IO NON TI PROPONGO NIENTE, IO TI DO UNA SOLUZIONE AD UN TUO PROBLEMA”, mi raccomando ne va della Nazione stessa, ne va di tutti noi Italiani!

 

Cambiamo il modo di lavorare! Cerchiamo di essere al massimo della professionalità, perchè noi a differenza del resto del mondo… Siamo i più gandi!

 

Intervistate, programmate, definite! Con queste 7 domande.

In cosa siete diversi dai competitors?

Cosa vi distingue rispetto le migliaia di altre persone che offrono la stessa cosa?

Una domanda volta a capire la cultura aziendale, i loro servizi e prodotti, il loro spazio di lavoro e il loro approccio lavorativo.

Perché si vuole un nuovo marchio / logo  / sito web / applicazione?

Assicuratevi sempre che il vostro cliente inizia questo processo con motivate ragioni. Chiedetegli di preciso cosa vogliono migliorare o cambiare. Mettete in discussione le loro richieste di interventi rapidi e brevi per incrementare al massimo il loro Business, non esiste! Tutto va studiato e programmato.

Come pensi che migliorerà l’immagine aziendale?

Chiedete sempre cosa pensano di ricevere in cambio di un buon progetto di design. Dovete sempre tener conto come un nuovo restyling possa far vedere agli occhi dei clienti, la nuova azienda. Dovete fargli avere la visione di come risulteranno agli occhi degli altri.

Quanto pensate di investire?

Non evitate il problema più urgente: quanto c’è da spendere? Da qui capirete moltissime cose sul vostro cliente. Fate domande dirette e precise senza divagare, siate FERREI! E’ una regola speciale nel primo approccio con i clienti, prima di instaurare un rapporto di lavoro.

 

Quali sono gli obiettivi a lungo termine?

Questo legame nelle domande precedenti vi da un quadro di come saranno i tempi e i modi per sviluppare il vostro progetto di rebrending. Queste domande sono la spina dorsale di una compagnia, da qui capirete come si vedono e come si vedranno. Siate sicuri di aver chiesto tutto sul design esistente prima di iniziare. Molte aziende hanno già delle strutture grafiche esistente e spesso vi troverete a lavorare con loro.

 

Qual è la timeline per questi progetti?

Una chiara idea di timeline deve essere stabilita con tutto il team. E’ facile buttarsi a capofitto nel lavoro, essere eccitati all’idea di creare qualcosa, ma al cliente gli interessa quando lo consegnerai. Spacchetta tutti i processi e definisci una scadenza per ogni problematica da risolvere in vari step. Cerca di essere realista sui tempi, e creati un timeframe (un calendario con scadenze ben definite) e comunicalo al team e al cliente.

 

Chi sono i principali stakeholders e coloro che decidono?

Non è una domanda difficile, ma va fatta e deve essere subito definita. Ti occorro parlare con le persone giuste, senza divagare e senza cadere in situazioni che ti portino fuori pista.

 

Domande e risposte definitive devono essere alla base della vostra intervista, non date possibilità ai ma e ai se, che come dice un detto Italiano: non portano a nessuna parte. In uno scenario perfetto queste domande e risposte ti porterebbero a delle soluzioni rapide e giuste, ma purtroppo non sono mai la realtà, sopratutto nel nostro paese… dove vivono clienti indecisi e “ignoranti” in materia.

 

Educhiamoli, facciamoli sentire parte del progetto… diamogli la soluzione giusta!

 

Walter Fantauzzi

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12 mosse vincenti

E’ tempo di pensare a rendere le applicazioni mobile e le app intuitive per gli users. Se l’applicazione non è usabile è praticamente inutile. Allo stesso tempo se l’app è utile ma ha un effort difficile da acquisire, le persone potrebbero scegliere di non imparare ad utilizzarla. Creare un design funzionale non è un task semplice per questo vi metto a disposizione 12 mosse per un scacco matto” da campioni.

 

Elimina il superfluo

Un enorme fattore che influisce sulla realizzazione delle app mobile affinchè brilli la UX sono le user interface.
La user attention è una risorsa preziosa, ed deve essere posizionata sapientemente. E’ quindi di vitale importanza togliere il superfluo dalle interfacce.
Finchè i display mobile avranno una dimensione limitata, qualsiasi bottone, testo o linea renderanno la lettura dello schermo complicata.
Dovete quindi focalizzarvi nel comunicare in modo chiaro e coinciso tramite una UI che sia il più possibile invisibile, in modo da far focalizzare l’attenzione sui contenuti essenziali.

 

Progettare per interruzioni

Personalmente quando progetto un’applicazione che prevede acquisti o il check di nuovi messaggi e/o informazioni (tipo orari dei treni), penso allo user come ad una persona “in movimento”.
Questo flusso di operazioni critiche da eseguire, vanno frammentate in alcune operazioni più piccole senza sovraccaricare lo user.
Una semplice regola empirica: one primary action per screen (una sola opzione primaria per vista).
Ogni singola vista della tua app dovrebbe supportare una singola action che sia di valore reale per lo user.
Sessioni corte (o short mobile sessions) significano anche che bisogna progettare per interruzioni, dando possibilità allo user di salvare lo stato in cui si trova e riutilizzarla successivamente.

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Creare una navigazione auto-evidente

Conosci il tuo user ed aiutalo nelle sue necessità.
Come già scritto in un altro articolo, vanno usate funzioni riconoscibili dallo user inerenti al layout dell’app.
Rendete ovvie queste funzioni e rendetele chiare ed intuitive. La navigazione, difatti, dovrebbe aiutare lo user a scoprire ed usare queste funzioni.
Una buona navigazione potrebbe far sentire l’interfaccia invisibile, senza stancare le sue dita nell’utilizzo dell’app giornaliera.
Dopo tutto, anche la più bella featuring o contenuto diventa inutile se l’utente non riesce a trovarlo.

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Fare subito una buona impressione

Non è una novità che la prima impressione è quello che rende un’app vincente. Così come nella vita quotidiana, la vostra app non ha una seconda chance.
C’è solo un’opportunità per influenzare qualcuno affinchè sia il vostro user, e se deludi alla prima volta puoi scommetere che loro non torneranno indietro sulla loro scelta.
Nell’azione di onboarding (di salita a bordo) non dobbiamo creare interruzioni, e deve essere solo un insieme di benefici per lo user.
In questa operazione va soddisfatto nello user il senso di conoscenza di quei fattori per iniziare ad utilizzare l’app, niente di più niente di meno.
Se riesci a “far salire a bordo” lo user in modo semplice e pulito, di sicuro sarà il tuo utilizzatore modello.

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Allineare con le convenzioni del dispositivo

Nel progettare le app in modalità cross-platform tra Android e iOs, non bisogna utilizzare un comportamento unico basato solo su una tecnologia.
Personalmente utilizzo la UX nativa di ogni dispositivo in modo da rendere le operazioni familiari allo user.
Sembrerà banale, ma spesso utilizzo gli elementi nativi di ogni ambiente come gli input fields, le check boxes ecc… perchè le persone sanno già usarli.

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Progettare elementi tappabili

Come già detto in un altro mio articolo, oggetti tappabili piccoli sono difficili da “toccare”.
Vanno quindi progettati oggetti tappabili abbastanza grandi da poter esser utilizzati dagli users.
Sia Android che iOs hanno delle linee guida per le misure da utilizzare. Inoltre deve essere sempre visibile il bordo dell’oggetto tappato.

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Posizionare gli elementi sullo schermo

Progettare i controlli in base alla posizione della mano e al grip deve essere il “must” quando si progetta un’app. Vanno valutate le zone facilmente raggiungibili, per posizionare i migliori elementi di interesse come per esempio un pulsante “acquista subito”.

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Rappresentazione di una posizione della mano confortevole. Image Source: uxmatters

Continuare il flusso dell’experience

Gli utilizzatori possono usare l’app su un telefono, un tablet o un pc desktop e non va mai lasciato solo e sperduto durante tutto il flusso. Le operazioni iniziate su un dispositivo devono poter essere riprese e proseguite da un altro device. Una User experience senza interruzioni è una dei requisiti più importanti per una criss-device experience.

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Animazioni dedicate e microfunzionalità

La User Experience non è solo usabilità. Deve essere qualcosa che susciti anche del sensazioni. Sono le piccole cose che possono rendere la tua UX piacevolmente memorabile. Iniettando delle animazioni dedicate – come microinteractions animate, feedback animati o dei suoni in-app – nel design dell’aplicazione, potrete far sentire gli users più a loro agio e facenti parti dell’interazione stessa con qualcosa che abbia della personalità propria. Il tutto serve ad enfatizzare l’audience dei vostri utilizzatori.

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Attenti alla leggibilità

Quando compariamo i computer desktop a quelli mobile, che hanno uno schermo relativamente piccolo, ci imbattiamo nella problematica di dover far entrare la stessa quantità di contenuti in uno spazio molto ridotto. La tentazione è di comprimere il tutto il più possibile, ma vi prego di non cadere in tentazione! Tenete sempre a mente che i contenuti devono essere leggibili il più possibile. Una regola empirica dimostra che il font minimo non deve essere inferiore agli 11 punti, e che utilizzando un’interlinea maggiore renderà il tutto più visibile.

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Non interrompere i tuoi Users

nessuno, in realtà, vuole mai essere interrotto, figuratevi qualcuno che sta usando la vostra applicazione. Pertanto interruzioni del tipo “vota e/o recensisci la nostra app” è quel che più di sbagliato si possa fare in situazioni ed operazioni cruciali sull’app. Mentre sono utili in situazioni di stasi sull’app o in punti cardine in cui al culmine di una procedura che abbia soddisfatto l’utente, venga richiesto un feedback sulla nostra esperienza d’uso dell’applicazione.

 

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Perfezionate il design sulla base dei test per l’utente

Non fatevi ingannare dal design visto sullo schermo del vostro PC o Mac, provate sempre sul dispositivo reale, perchè le regole della UX e UI cambiano drasticamente. Nonsolo, le regole della UX teorica e in fase di progettazione spesso si dimostrano poco performanti nella vita reale. Ed qui che è importante far testare le app ai vostri utilizzatori. Personalemente faccio eseguire dei task reali di operazioni finite, misurando ed analizzando cosa accade in modo da capire come veramente la mia UX lavori a regime. Tengo inoltre ben presente che la mia app è constantemente in evoluzione, è qualcosa di vivo…

 

Walter Fantauzzi

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User Interface per User Experience

Progettazione grafica per User Interface applicazione Scarpe Shop.